Descrizione
Nulla può impedire all’ispettore Morse di seguire le proprie intuizioni, anche se queste appaiono campate in aria. Per cui, quando gli viene assegnata l’inchiesta sulla scomparsa di Valerie Taylor, la sua mente irrequieta non riesce ad evitare di ripensare alla morte dell’investigatore che se ne occupava, l’ispettore capo Ainley. Il caso di Valerie, studentessa non ancora diciottenne scomparsa nel tragitto casa-scuola, era stato riaperto dopo due anni e tre mesi. Era infatti arrivata una lettera, a quanto pare di suo pugno, che smentiva l’ipotesi della morte: “sto bene e sono a Londra” scriveva ai genitori. La breve missiva era giunta esattamente il giorno prima che Ainley morisse in un incidente automobilistico. Non è molto ma Morse è abbastanza fantasioso da concepire “l’idea più strampalata del mondo” e comincia a rifare i passi presunti del collega morto, cercando di intuire le stesse intuizioni. Lo guida l’ipotesi che la lettera non sia ciò che sembra, che contenga un messaggio nel messaggio. E, in un ambiente di studenti ex studenti e professori, ciascuno con le sue tendenze, e di una ragazzina tutt’altro che sprovveduta, in un altalenarsi di sospetti e false credenze, una coincidenza nelle sue abili mani diventa un indizio e l’indizio si trasforma in una traccia che “piano piano, un centimetro dopo l’altro, lo stava avvicinando alla verità”.
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